I “bonus” strumenti di lotta allo spopolamento?

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Dedichiamo questo incontro  a confermare le nostre opzioni  di fondo relativamente alla lotta contro lo spopolamento dei Comuni interni e montani.

Restiamo convinti che ogni tipo di  provvedimento favorevole va accettato, a prescindere dalle motivazioni sottese o dagli esiti da conseguire. Se la politica interviene ed eroga contributi per chi si trasferisce in un Comune interno o per la nascita di un figlio, per noi va bene.

Confermiamo, però, che provvedimenti del genere non sono risolutivi, ma neanche importanti  per arrestare lo spopolamento. ( come non è risolutivo il reddito di cittadinanza per la lotta alla disoccupazione in Italia). Per noi è importante ogni provvedimento che tende a diminuire il costo della vita   nelle zone interne, che consenta alle nostre imprese e aziende commerciali di rimanere aperte ed attive, considerate, agevolate in tutti i modi perché sono servizi sociali, da proteggere e non punire con tasse insostenibili; o provvedimenti per eliminare le spese di trasporto per motivi di lavoro, di istruzione o di salute. La regione darebbe un ottimo esempio se cominciasse ad abolire l’addizionale sulle buste paga dei lavoratori residenti nei nostri paesi.

Queste ulteriori precisazioni sono necessarie per  contribuire  a rendere equo e giusto il rapporto con le nostre Istituzioni.

Prendete, ad esempio il Comune di Carunchio, nel Chietino, che si vede estromesso dal contributo per i nuovi residenti o nuovi nati perché la sua popolazione , negli ultimi cinque anni, non è diminuita, ma aumentata di poche unità. Cioè due famiglie scelgono di risiedere in paese e tu punisci tutti quelli che vorrebbero ancora trasferirvisi?

Dove sta l’equivoco? L’equivoco è l’adozione dei 5 anni come criterio per stabilire il movimento demografico in un Comune; l’arco temporale adottato è troppo stretto e può risentire di variabili temporanee e provvisorie; l’andamento demografico va  osservato negli ultimi 20 anni, e cioè almeno dal censimento 2001 a seguire. Soltanto la storicità dell’andamento  rende corretta la valutazione.  Non solo: occorre anche effettuare  la correlativa proiezione ai prossimi venti anni: così  chi prende un provvedimento sa da dove parte e, soprattutto, dove può arrivare. Nel caso di Carunchio:

31/12/2001 = 778 abitanti

31/12/2021 = 610 abitanti,

dunque una perdita di 168 abitanti, il 22% del totale.

E nel 2041?:  con lo stesso trend il paese perderebbe un ulteriore 22% e avrebbe 476 abitanti.

Su questi dati deve rapportarsi il bonus regionale.

Come arrestare questo esito che sembra fatale?

Innanzitutto combattere i rassegnati, i distributori di pessimismo quelli che: ormai!

In secondo luogo portare la politica  su un fronte realistico di lotta: non  sussidi, come vuoti a perdere, ma diminuzione dei costi, sicurezza dei servizi, nella prima fase anche a perdere, e lavoro nella zona, sia sfruttando le opportunità tecnologiche sia arretrando  il settore manufatturiero, nella logica dell’Area industriale e abbandonando definitivamente la logica che non debba essere l’azienda a dislocarsi dove ci sono i lavoratori ma, al contrario, costringere i lavoratori dove vanno ad insediarsi le fabbriche.

Infine il Movimento Difesa delle Zone Interne sollecita i sindaci e le Amministrazioni pubbliche ai vari livelli ad essere solidali con i Comuni “puniti” perchè hanno avuto un rientro comunque da consolidare e fare un fronte unico perché la politica regionale si ponga come attore principale del dettato costituzionale che impone  il riequilibrio socio-economico tra le diverse parti  del territorio.